Dal Corriere di Bologna (Domenica 4 Maggio 2008)
La storia nei palazzi di via Genova dove i residenti fanno tutto da soli, lavori compresi. E dove ogni occasione è buona per far festa.
Il (super) condominio autogestito. Dai nonni operai
<<L'amministratore? Qui non ci serve: siamo una grande famiglia e ci aiutiamo dal '75>>
I 162 appartamenti e i 500 residenti si affidano a un presidente, che ha trasformato la sua casa in un ufficio.
Vallo a dire a questi pensionati che, senza nemmeno saperlo, il co-housing a Bologna l'hanno inventato loro. Sgranano gli occhi, fanno spallucce e poi rispondono: <<quella cosa in inglese non sappiamo cosa sia, ma noi qui ci siamo sempre dati una mano>>. Più semplice di così non si poteva. Eccola, la sintesi perfetta di quello che succede tutti i giorni dal 1975 nel super condominio di via Genova 29. I residenti dei 162 appartamenti costruiti dalla cooperativa Murri all'interno di un piano di edilizia popolare se la sono sempre cavata da soli, l'amministratore non ce l'hanno, i lavori di manutenzione cercano di farli loro, ognuno mettendo a disposizione le proprie competenze e il proprio tempo. Risultato: il giardino che circonda i tre palazzoni è un tappeto, gli spazi in comune sono uno specchio e quello che si risparmia nella gestione viene speso per tenere la struttura al passo con i tempi. A guidare la grande <<comunità>> di via Genova dal 2000 c'è Umberto Parini, un insegnante di 62 anni, che qui chiamano <<presidente>> dell'associazione dei condomini. E' la persona legalmente riconosciuta come responsabile del condominio. Negli ultimi 33 anni a svolgere il suo stesso ruolo (gratis) si sono alternate altre tre persone, tutte armate di amore per il bene comune. E di santa, santissima pazienza. Perchè (auto)gestire 500 persone e una struttura così grande è praticamente un'impresa. <<Casa mia-racconta Parini-ormai è un centralino, una stanza l'ho trasformata in ufficio e ogni giorno se ne vanno almeno tre ore per coordinare tutto>>. Le normali liti tra condomini Parini non le mette nel computo del tempo speso: <<Ci sono poche incomprensioni facilmente gestibili: siamo tutti proprietari dei nostri appartamenti e ci teniamo a conservare al meglio quello che è nostro>>. Poi tira fuori un esempio che più di altri ritiene esplicativo: <<Tutte le nostre assemblee per il bilancio sono in prima convocazione e in due ore approviamo un bilancio da 400 mila euro>>. Certo conoscersi da più di trent'anni aiuta: il patrimonio di ricordi e di esperienze comuni è la benzina di questo motore un po' datato, ma ben funzionante. <<Gli appartamenti-spiega il presidente-sono sempre rimasti in mano ai primi proprietari, al limite sono stati passati ai figli>>. Una grande famiglia che si è adattata ai cambiamenti nel modo più concreto possibile. Tanto che il campo da bocce è stato trasformato in un parco giochi per bambini. <<Più del 60 per cento di noi è diventato nonno-spiega Parini-e così abbiamo deciso di regalare ai nostri nipotini uno spazio tutto per loro>>. Con i giochi che ogni famiglia ha messo a disposizione, man mano che i bambini crescono. La parola d'ordine, comunque, è condividere. Mentre il signor Paolo Poli, responsabile del giardino, sta tagliando l'erba, una vicina di casa scende a portargli il caffè e ciambella. Perchè ognuno fa quel che gli riesce meglio e lo mette a disposizione degli altri. <<Stiamo diventando anziani-dice Parini-e siamo sicuri che qui non siamo mai soli>>. Ogni testata del palazzo ha una saletta in comune: una viene usata per giocare a carte e guardare le partite di calcio, una è adibita ad archivio-ufficio. l'altra serve per le feste più piccole. Perchè, accanto al campo da basket, per le feste più importanti c'è la grande sala delle riunioni (che in settimana si trasforma in una palestra per le signore) che bisogna prenotare anche un mese prima, se si vuole essere sicuri di trovare posto. Ma la festa di uno, alla fine, spesso diventa la festa di tutti: si mettono gli addobbi, si cucina sul braciere e, per sbrigarsi prima,i residenti si sono pure comprati la lavastoviglie. <<L'ultima volta che abbiamo usato la sala tutti insieme-dice Parini- è stato per festeggiare il compleanno di una nonna di 102 anni>>. E poi tutti gli anni, a settembre, c'è la grande <<festa dell'insediamento>>, perchè fu quello, nel '75, il mese in cui si concluse l'ingresso nei palazzi. Da allora i legami tra i residenti di via Genova 29 si sono rinsaldati ogni anno di più e ognuno, nel tempo, ha messo a disposizione le sue conoscenze. Chi per ridipingere, chi per il giardinaggio, chi per la contabilità. Basta fare mente locale sui residenti, sul lavoro che fanno e li si chiama al bisogno. I pensionati fanno il resto, con uno spirito più moderno di quel che si potrebbe credere: fra poco sui terrazzoni sul tetto verranno messi dei pannelli solari. <<Vogliamo anche diventare un condominio ecologico>>, dice Parini. Che poi si stacca e va a dare istruzioni ai suoi <<ragazzi>>, in camice blu e cappellino di carta, che stanno facendo dei lavoretti nel parcheggio. <<Questi -dice- sono Dino e Mauro, due pensionati d'oro>>. Loro si mettono a ridere e non si lasciano scappare l'occasione: <<Assumiamo anche manodopera>>, dicono. Sono gli effetti della co-housing. Che non sa di essere co-housing.
Daniela Corneo